merletto di burano originale

Il Merletto di Burano

Leggenda del Merletto di Burano.

Una delle leggende di Burano più famose narra che un antico pescatore, promesso sposo ad una giovane fanciulla dell'isola, venne tentato dal canto delle sirene durante un'uscita in mare, verso oriente. Pichè il ragazzo resistette ai loro incanti, ricevette un dono dalla regina di costoro, rimasta affascinata dalla sua fedeltà.

Fu così che la sirena colpì con la coda il fianco dell'imbarcazione e che dalla schiuma, creatasi dal movimento dell'acqua, prese forma un elegantissimo velo nuziale per la giovane sposa.

Arrivato il giorno delle nozze, la ragazza fu ammirata ed invidiata da tutte le giovani dell'isola, dando il via ad una sorta di competizione: costoro cominciarono infatti ad imitare il merletto del velo donato dalla Regina del Mare, utilizzando ago e filo sempre più sottili, nella speranza di creare un ricamo ancora più bello per i propri abiti da sposa.

Il Merletto Buranello.

Si stima che i primi merletti di Burano risalgano al 1500. All'epoca la lavorazione del merletto si svolgeva solo ed esclusivamente in case signorili, utilizzando ago e filo senza il supporto di una tela. Veniva realizzato il "punto in aria" e con esso venivano eseguiti disegni geometrici, fiori, animali, volute e racemi.

Nel '600 si cominciò a ricamare utilizzando il "punto a rosette", lavorato con piccoli fiori volanti e il "punto controtagliato", utilizzato per le ampie volute a il rilievo nelle cordature di contorno. Questi ricami si diffusero ben presto in Europa e le merlettaie di Burano vennero chiamate perfino in Francia, per avviare un'importante creazione di pizzi.

La Francia diventò una terribile concorrente per le merlettaie dell'isola, anche se non riuscì mai a competere con loro perchè i ricami francesi non avevano la finezza e l'eleganza delle opere buranelle.

La lavorazione del merletto, per la maggior parte dei casi, si svolgeva all'interno della Scuola Merletti. Opere degne di nota sono oggi esposte in un edificio storico situato nella piazzetta di Burano, il Museo del Merletto.

Purtroppo, con la caduta della Repubblica Serenissima, l'attività subì un forte declino.
Alla fine dell'ottocento, grazie alla propaganda della signora Cencia Scarpariola (nota merlettaia di Burano il cui nome venne poi assegnato ad una via dell'isola), cominciò la nuova era del merletto e si introdussero nuovi punti, così da trasformare i ricami in vere e proprie opere d'arte.

Il Museo del Merletto di Burano

Il museo del merletto di Burano, aperto nel 1981, ha sede negli spazi della storica Scuola dei Merletti di Burano, fondata nel 1872 dalla contessa Andriana Marcello per recuperare e rilanciare una tradizione secolare.

Dopo la chiusura della scuola, nel 1978 un Consorzio creato dagli Enti pubblici veneziani e dalla Fondazione Andriana Marcello inizia un'attenta attività di riscoperta e valorizzazione culturale del merletto buranello: viene riordinato e catalogato l'archivio dell'Antica Scuola Merletti, ricco di importanti documenti e disegni; la sede viene inoltre ristrutturata e trasformata in uno spazio espositivo.
Nasce così il Museo del Merletto come lo conosciamo oggi.

Qui si trovano esposti oltre cento preziosi esemplari della ricca collezione della Scuola, oltre a importanti testimonianze della produzione veneziana dal XVI al XX secolo.

Dal 1995 il Museo del Merletto di Burano è stato incluso nei Musei Civici di Venezia: in questo spazio espositivo sono presenti pezzi di grande valore ed è possibile osservare dal vero le tecniche di lavorazione proposte dalle merlettaie, ancora oggi depositarie di quest'arte e presenti nel museo al mattino. Inoltre è a disposizione degli studiosi l'archivio con disegni, foto e varie testimonianze iconografiche.

I biglietti per il Museo del Merletto di Burano sono acquistabili anche online a questa pagina: biglietti Museo del Merletto di Burano.

Esecuzione di un Merletto di Burano.

Per la realizzazione di un merletto si dovevano eseguire più di cinque interventi che solitamente venivano e vengono tutt’oggi fatti da persone diverse. Ognuna delle merlettaie era specializzata, pur essendo capace di eseguire tutti i punti, nell’operazione da lei eseguibile più velocemente, in modo tale da essere la più redditizia (poiché la maggior parte di loro lavoravano a cottimo).

C’erano signore addette alla preparazione dei disegni, altre facevano l’orlatura, cioè l’impuntatura a macchina sui vari strati di stoffa e carta; essa fungeva da trama sulla quale la prima merlettaia, dopo che la stoffa era stata attaccata al tombolo, eseguiva il ghipur o punto Burano su tutto il disegno. Le merlettaie successive eseguivano invece gli sbarri, il punto rete e infine il rilievo che metteva in risalto il disegno con le varie rifiniture. Come ultima operazione bisognava staccare il merletto dalla carta tagliando tutte le cuciture fatte a macchina e con una pinzetta togliere accuratamente tutti i fili superflui.

Nei primi anni del 900, il pizzo veniva lavorato da una fascia ristretta di signore rispetto al 500 poiché molte giovani andavano a lavorare nelle vicine conterie di Murano e nei piccoli laboratori di sartoria a Venezia, dove si guadagnava un po' di più.

Vita di una merlettaia buranella del 900.

Nei primi del 1900 la maggior parte delle signore di Burano iniziavano da piccole il lavoro di merlettaie perchè, non frequentando la scuola, trascorrevano il loro tempo assieme alle madri che insegnavano loro quest'arte.

Entravano giovanissime alla Scuola Merletti all'età di soli 12-13 anni: qui venivano insegnati a loro i punti fondamentali.

La scuola merletti era gestita dalle suore dell'isola che si occupavano sia dell'insegnamento, sia della vendita del prodotto finito.
A causa dell'istruzione molto rigida, non tutte le ragazze frequentavano la scuola, ma ugualmente continuavano a svolgere il loro lavoro a casa venendo pagate a cottimo.

Le giovani donne cominciavano a ricamare verso le otto del mattino sedendosi con il loro tombolo davanti alla finestra più luminosa della casa, staccavano dieci minuti per pranzare e ricominciavano fino a che la luce permetteva ad esse di vedere con chiarezza i punti, perché un lavoro poco preciso non sarebbe stato facile da vendere.

La maggior parte delle case fino agli anni '50, non aveva l'illuminazione e il riscaldamento, mentre la Scuola Merletti oltre ad offrire una paga giornaliera che bastava per comperare ciò di cui le famiglie avevano bisogno, garantiva un calore continuo poichè ognuna delle lavoratrici, al mattino, portava con sé un ceppo, così da far rimanere il camino acceso durante l'arco dell'intera giornata.

Con la bella stagione, le merlettaie si ritrovavano a ricamare nei campielli sedute una affianco all'altra e chiacchieravano in compagnia.
La luce era più intensa e favoriva la creazione del merletto senza forzare più di tanto gli occhi.

Le ricamatrici più abili inoltre venivano chiamate a fare dimostrazioni nelle botteghe artigiane dell’isola e i turisti allora come oggi rimanevano affascinati dalla destrezza con cui le mani delle merlettaie maneggiavano ago e filo.

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